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GIGLIO CASTELLO

 Grosseto, Toscana
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Stemma di Giglio Castello
Alla scoperta di Giglio Castello

Giglio Castello si trova nella parte più alta della seconda isola dell’arcipelago toscano, un centro medievale ancora intatto sovrastato dalla “rocca pisana”. Tra le sue alte mura munite di torri si snoda il cuore storico fatto di vicoli stretti, scalinate e pareti di case addossate l’una sull’altra, sino alla centrale piazza XVIII novembre, dove si erge l’imponente costruzione difensiva conosciuta anche come “rocca aldobrandesca”. Quella che oggi è una posizione panoramica è stata per secoli soprattutto strategica, al fine di avvistare i nemici che arrivavano via mare, ed è con questo fine che la fortezza venne più volte ampliata e restaurata prima dai Pisani e poi dai Granduchi di Toscana. Anch’essa protetta da possenti mura e con una torre semicircolare che spicca su tutto l’edificio, la roccaforte conserva due corpi di fabbrica, di cui uno era residenza del podestà. Tramite un ponte levatoio collegato alla “porta della rocca”, sormontata da un grande stemma dei Medici, si accedeva all’interno, dove oltre alle abitazioni, vi erano un orto, magazzini e una grande cisterna. Giglio Castello, che è la frazione più importante del comune sparso e dove si trova la sede municipale, accoglie nella sua parte alta anche la chiesa San Pietro Apostolo, risalente al 1100-1200, oggi nello stile Barocco che i lavori di ristrutturazione di metà Settecento le hanno conferito. L’edificio religioso custodisce il tesoro di papa Innocenzo XII, oltre che un crocefisso in avorio attribuito al Giambologna, il reliquiario con il braccio del patrono San Mamiliano e diverse armi che i pirati abbandonarono nel 1799 durante l’ultima delle molte incursioni che colpirono Giglio Castello, tra cui quella celebre del 1534 capitanata da Khayr al-Din, detto Barbarossa. Da non perdere è anche una visita alle cantine, dove si produce il vino Ansonaco, frutto delle uve autoctone coltivate su piccoli terrazzamenti a picco sul mare e protagonista della “Festa dell’uva e delle cantine aperte”, appuntamento di richiamo insieme alla festa del patrono San Mamiliano il 15 settembre e ai numerosi eventi estivi in calendario nella località toscana.

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Stemma di Giglio Castello
Alla scoperta di
Giglio Castello

Giglio Castello si trova nella parte più alta della seconda isola dell’arcipelago toscano, un centro medievale ancora intatto sovrastato dalla “rocca pisana”. Tra le sue alte mura munite di torri si snoda il cuore storico fatto di vicoli stretti, scalinate e pareti di case addossate l’una sull’altra, sino alla centrale piazza XVIII novembre, dove si erge l’imponente costruzione difensiva conosciuta anche come “rocca aldobrandesca”. Quella che oggi è una posizione panoramica è stata per secoli soprattutto strategica, al fine di avvistare i nemici che arrivavano via mare, ed è con questo fine che la fortezza venne più volte ampliata e restaurata prima dai Pisani e poi dai Granduchi di Toscana. Anch’essa protetta da possenti mura e con una torre semicircolare che spicca su tutto l’edificio, la roccaforte conserva due corpi di fabbrica, di cui uno era residenza del podestà. Tramite un ponte levatoio collegato alla “porta della rocca”, sormontata da un grande stemma dei Medici, si accedeva all’interno, dove oltre alle abitazioni, vi erano un orto, magazzini e una grande cisterna. Giglio Castello, che è la frazione più importante del comune sparso e dove si trova la sede municipale, accoglie nella sua parte alta anche la chiesa San Pietro Apostolo, risalente al 1100-1200, oggi nello stile Barocco che i lavori di ristrutturazione di metà Settecento le hanno conferito. L’edificio religioso custodisce il tesoro di papa Innocenzo XII, oltre che un crocefisso in avorio attribuito al Giambologna, il reliquiario con il braccio del patrono San Mamiliano e diverse armi che i pirati abbandonarono nel 1799 durante l’ultima delle molte incursioni che colpirono Giglio Castello, tra cui quella celebre del 1534 capitanata da Khayr al-Din, detto Barbarossa. Da non perdere è anche una visita alle cantine, dove si produce il vino Ansonaco, frutto delle uve autoctone coltivate su piccoli terrazzamenti a picco sul mare e protagonista della “Festa dell’uva e delle cantine aperte”, appuntamento di richiamo insieme alla festa del patrono San Mamiliano il 15 settembre e ai numerosi eventi estivi in calendario nella località toscana.

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Informazioni su Giglio Castello

Regione

Toscana

Provincia

Grosseto (GR)

Abitanti

557

Altitudine

m. 405 s.l.m.

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Punti di interesse

Museo Della Casa Rossa Ximenes
Museo Della Casa Rossa Ximenes

Sono ancora presenti e conservati gli spazi interni e quelli esterni della Casa Rossa, strutture tecnologiche, chiuse, paratie e ingranaggi vari, che seppure non più usate sono ancora funzionanti. Sottostante il corpo principale del fabbricato vi è il sistema di cateratte ideato da Leonardo Ximenes per permettere di controllare il flusso delle acque. Sui due piani dell'edificio il museo multimediale permette al visitatore di conoscere la flora e la fauna della riserva naturale grazie a pannelli esplicativi, oltre che informarlo sulla storia e la formazione del padule, e sulle varie attività che qui venivano praticate: pesca, caccia e raccolta di piante spontanee. Interessanti alcuni oggetti tradizionali qui esposti, come ad esempio le reti dei pescatori: vi sono le nasse, caratterizzate da un'apertura a imbuto che permetteva la cattura dei pesci senza consentire loro di uscire; vi è il bertovello, rete destinata alla pesca delle anguille; vi è il tramaglio, un tipo di rete da posta fissa. Tra gli oggetti per la caccia si segnalano la botte, trappola da postazione fissa, e le anatre di legno che venivano utilizzate come richiami. Dal museo è possibile prenotare visite guidate alla riserva naturale Diaccia Botrona, con escursioni a piedi, in bicicletta e in barca, ed effettuare attività di birdwatching. Spesso la struttura è utilizzata per ospitare eventi ed iniziative culturali, tra cui workshop di fotografia naturalistica, esposizioni artistiche e artigianali, rassegne musicali e teatrali.

Museo Della Bonifica


Giardino Dei Tarocchi
Giardino Dei Tarocchi

Situato nei pressi di Pescia Fiorentina in località Garavicchio, sul versante meridionale dell’omonima collina, nella Maremma toscana, il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico pensato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, ricco di statue ispirate alle figure degli arcani più importanti dei tarocchi. L'opera, che si estende su circa 2 ettari di terreno, rappresenta una vera e propria "città" in cui le sculture-case segnano le tappe del percorso spiccando coloratissime già dalla strada nel selvaggio paesaggio naturale. Ai piedi della collina di Garavicchio, l'accesso al Giardino è letteralmente sbarrato dalla lunga muraglia del padiglione d'ingresso creato da Mario Botta, costituito da un doppio muro di recinzione in tufo con una sola grande apertura circolare al centro, chiusa da una cancellata. Lo stesso Botta ha dichiarato che nel disegno dell'ingresso ha cercato di interpretare il sentimento di "separazione" tra il Giardino ed il mondo esterno che Niki de Saint Phalle chiedeva: il muro è inteso quindi come una "soglia", da varcare per entrare in una "pausa magica" nettamente divisa dalla realtà di tutti i giorni.

Parco Artistico


Museo Di Storia Naturale Della Maremma
Museo Di Storia Naturale Della Maremma

Situato nel centro storico di Grosseto, il Museo di Storia Naturale della Maremma (già Museo Civico di Storia Naturale di Grosseto) si articola su tre piani, di cui due espositivi ed uno dedicato alle attività scientifiche ed educazionali. L’articolazione delle stanze è improntata a due principali stili: una esposizione più “classica”, ispirata a criteri di tipo sistematico o cronologico (in linea con la logica più diffusa nella esposizione di campioni abiotici) e un approccio descrittivo degli habitat e delle loro relazioni ecologiche. In entrambi i casi, gli oggetti esposti vengono svincolati da un contesto statico e inseriti in una dimensione più moderna e comunicativa. Un ulteriore elemento fondante del museo sono le isole didattiche, importanti elementi di supporto e di approfondimento alla semplice visita guidata. Si tratta di spazi fisicamente distinti dalle strutture espositive, all’interno dei quali gli studenti possono seguire lezioni su temi specifici e sviluppare esperienze dirette, attraverso la manipolazione di campioni.

Musei


Anfiteatro Romano Di Roselle
Anfiteatro Romano Di Roselle

L'anfiteatro fu realizzato dai Romani nel I secolo d.C. nella cima della collina settentrionale su cui si sviluppava l'antica città di Rusellae. Esattamente nel luogo in cui nasce l'anfiteatro, sono stati trovati reperti villanoviani e di epoca etrusca risalenti al VII-VI secolo a.C. Durante il periodo altomedievale, grazie alle costruzioni realizzate utilizzando materiali di spoglio dagli edifici romani in rovina, l'arena divenne un recinto fortificato. In questo fortilizio sarebbe da riconoscersi un castrum tardoantico/altomedievale, creato a difesa dei territori bizantini di contro all'avanzata dei Longobardi. L'area rimase occupata fino almeno al XVI secolo, così come testimoniano i vari frammenti di maiolica arcaica, ingobbiata e graffita, e ceramica d'uso invetriata e smaltata rinvenuti al suo interno. L'edificio di forma ellittica presenta misure particolarmente ridotte (asse maggiore 38m, asse minore 27m) rispetto a quelle di monumenti simili riscontrabili in altre città romane. Gli accessi sono quattro e diversi per tipologia: quelli situati sull'asse maggiore E-O sono scoperti e delimitati da lunghi muri, mentre i restanti due sono fiancheggiati da murature di minore lunghezza e sono coperti da volte a botte. Lateralmente ai due ingressi E-O si trovano due piccoli vani con copertura a volta a crociera: la tecnica muraria in opus reticulatum con testate a blocchetti regolari suggerisce una datazione agli inizi del I secolo d.C., oltretutto convalidata dal rinvenimento di ceramica sigillata aretina.

Anfiteatro Romano

Parco Minerario Dell’isola D’elba
Parco Minerario Dell’isola D’elba

Il Parco Minerario è considerato il luogo più suggestivo del versante est dell’isola d’Elba ed è nato per preservare una storia di circa tre millenni, caratterizzata dal minerale del ferro e dal lavoro dell’uomo. Ad offrire uno spaccato del passato dell’isola con paesaggi lunari e panorami spettacolari sarà la visita all’interno dei cantieri a cielo aperto, data inoltre la sua posizione di dominio sul mare. Durante le visite in miniera si effettuano soste per ammirare e fotografare i luoghi più affascinanti e per ricercare campioni di minerale proprio nel loro terreno di origine. In modo particolare il cantiere di Valle Giove, il più grande delle miniere elbane, vi potrà regalare piccoli campioni di pirite ed ematite da conservare in ricordo di un’esperienza unica ed indimenticabile di quel mondo ormai lontano. Le zone minerarie si possono visitare in gruppo accompagnati da una guida oppure attraverso l’escursione con il trenino, che una volta giunto a destinazione permette ai visitatori di cercare e raccogliere minerali.

Parco Minerario

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La Sicilia è la più grande isola italiana e del mediterraneo, nonché la regione più estesa dell'Italia, la sua superficie ha una caratteristica forma triangolare. L'isola a Nord-Est è divisa dal continente dallo Stretto di Messina – un lembo di mare di circa 3km – è bagnata a Nord dal Mar Tirreno, a Ovest dal canale di Sicilia, a Sud-Ovest dal Mar di Sicilia, a Sud-Est dal canale di Malta, e a Est dal Mar Ionio.

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