Castel Ritaldi

Castel Ritaldi, in provincia di Perugia, è un borgo umbro che sembra uscito da un libro delle favole: quelle con reggia, eroi, cavalli e boschi incantati. Il castello, come in ogni narrazione fantastica che si rispetti, è posto sulla sommità di un dolce rilievo, a osservare il paesaggio circostante. Il paese, di circa 3.000 abitanti, dista meno di 20 chilometri da Perugia, altrettanti da Foligno, 15 chilometri da Spoleto e una quarantina da Assisi. La campagna è profumata, punteggiata da uliveti e vigneti che si alternano a sentieri di straordinario fascino tutti percorribili a piedi, a cavallo o, per i più allenati, in bicicletta. In questo straordinario borgo si deve scoprire quanto vi sia di più caratteristico e andare alla ricerca delle cantine in cui gustare il vino del territorio: il Sagrantino, il rosso di Montefalco, il Grechetto, il Trebbiano spoletino, poi ... dulcis in fundo il Sagrantino passito, il tutto accompagnato da deliziosi assaggi come, per esempio, le bruschette impreziosite dall'olio extra vergine di oliva o da quello proveniente dall'agricoltura biologica locale. Una coltura che nasce dalla bontà e dalle caratteristiche del territorio, una tradizione portata avanti da decenni con cura e capacità che dà vita a un prodotto dalle qualità organolettiche straordinarie e dall'intensa sapidità fruttata.

Castel Ritaldi prende il nome dallo splendido maniero dei Ritaldi. Qui, nell'anno Mille, risiedeva un nobiluomo che aveva poteri giurisdizionali sull'area comprendente numerosi fortilizi. Castel Ritaldi, insieme a Colle del Marchese e a Castel San Giovanni, faceva parte di un territorio chiamato "Normandia", una sorta di piccola provincia autonoma nell'ambito delle proprietà della Chiesa. Tra alterne vicende, verso la fine del XII secolo Castel Ritaldi fu distrutto a causa dell'indomita belligeranza tra il potere imperiale e quello papale. A distanza di qualche decennio venne ricostruito, ma fu durante la seconda metà del XIV secolo che il maniero conobbe una vera imperitura fortificazione anche attraverso il supporto di solidi bastioni esterni ancora oggi ben visibili a sigillo della storia. Il borgo oggi è pieno di vitalità e ricco di servizi. Un saliscendi di stradine che incantano arricchite di belle costruzioni spesso adornate da balconi fioriti. Al centro dell'abitato vi è la chiesa di Santa Marina, edificata tra il XIV e XV secolo. L'edificio vede al suo interno una tela raffigurante la Madonna col Bambino circondata dai Serafini (1508), la Madonna del Soccorso attribuita a Lattanzio di Nicolò di Liberatore, nonchè un bellissimo affresco di Tiberio d'Assisi. La Pieve di San Gregorio sorge appena fuori dal paese e le sue origini sono molto antiche. Alcuni reperti fanno supporre che l'edificio sia stato costruito in luogo di un preesistente sito romano. La struttura in origine doveva essere una piccola chiesa rurale più bassa di quella attuale e dotata di abside, della quale però oggi rimane solamente la base. La Pieve di San Gregorio si presenta con tetto a due spioventi e una facciata composta da un'alternanza di tratti bianchi e rosati. L'interno della chiesa, a navata unica, è piuttosto spoglio, essenziale, quasi dimesso. A sinistra dell'ingresso è posto il fonte battesimale, allo sguardo attento si offre poi una nicchia con affrescate le cifre che rimandano a San Bernardino. Sopra l'altare principale vi è una tela di Angeli da Bevagna, del XIX secolo, raffigurante la Madonna col Bambino contornata da nuvole, in basso sono ben visibili i Santi Francesco di Assisi, Antonio da Padova e Gregorio Papa.

In alto si colloca il primo Castello, quello di Colle del Marchese, che comprende al suo interno la chiesa di San Pancrazio (XIII secolo); scendendo a valle troviamo invece Castel San Giovanni, un fortilizio medievale perfettamente conservato, che presenta al visitatore la preziosità di diverse opere di pittori di scuola umbra. Vi è poi un'antica storia che narra come all'inizio del XVI secolo, durante un giorno di giugno, alcuni pellegrini devoti della Beata Chiara della Croce recatisi nella zona per venerarne le spoglie sostarono diverse ore in prossimità del torrente Tatarena. Alzatisi per riprendere il cammino non fu loro possibile sollevare da terra lo stendardo portato fin lì. Un'illuminazione li esortò a dipingere sul luogo l'immagine rappresentata nello stendardo stesso. Fu così che la pittura prese forma su un muro non distante, ma scesa la sera il lavoro venne inevitabilmente interrotto. Il giorno seguente l'autore della pittura si recò nuovamente sul luogo per terminare l'opera che però trovò misteriosamente compiuta. Lo stupore fu enorme, vennero poi compiute indagini e approfondimenti riferiti al fatto, fino a quando, alcuni anni dopo, con un decreto del 30 agosto 1510 il vescovo Eroli concesse alla comunità di Castel Ritaldi il permesso di erigere sul luogo dello straordinario evento un santuario. I lavori di costruzione dell'edificio furono affidati a Nicolò di Giorgio da Como, autore della cella campanaria del Duomo di Spoleto, la consacrazione del santuario avvenne nel 1576.

Da anni (oltre venti) in questo fantastico borgo viene indetto un concorso letterario per favole e racconti inediti intitolato "Mario Tabarrini - Castel Ritaldi Paese delle Fiabe". Il contest è aperto a tutti a partire dai bambini dai 3-6 anni (lavoro individuale o di gruppo) sino a giungere alla categoria ragazzi e adulti. Il tema di quest'anno è "Silenzio". Molto bello anche l'intrattenimento dal titolo "Fiabe Saporite" che comprende giochi e manifestazioni, nonchè l'allestimento dei laboratori della pizza, della pasta, delle bottiglie che conterranno olio e vino locale. Per l'occasione i bambini possono decorarne il vetro contrassegnandolo con un'etichetta personalizzata a loro piacimento. Un'altra esperienza interessante riguarda poi il laboratorio per la cagliatura del formaggio dove bambini e ragazzi realizzano i loro "formaggini". Non si può non ricordare, infine, l'evento che si tiene a metà novembre ed è chiamato “Frantotipico” dove l'olio è protagonista assoluto: una manifestazione all'insegna della tradizione e della genuinità che pone al centro le eccellenze del borgo da far conoscere a grandi e piccini.