Matelica

Appena si entra in questo comune si coglie un’atmosfera pittoresca, attorniato com’è dalla macchia mediterranea e da campi coltivati, ricchi di prodotti tipici del territorio. Dalle uve dei vigneti che rivestono i colli circostanti nasce, invece, il Verdicchio DOC di Matelica. Un fiume lento e dalle acque profonde attraversa Matelica, in provincia di Macerata, terra che ancora riporta le cicatrici di quel terremoto avvenuto nel lontano ma vicino 2016 e della quale si sta ancora rialzando, nonostante le dovute difficoltà. Matelica è stata una piccola realtà storica sin dall'epoca del Bronzo e ha attraversato molte epoche storiche giungendo ai giorni nostri con un aspetto che evidenzia un profondo legame degli abitanti con l'arte. Come biglietto da visita, infatti, il paese presenta le sue numerose opere murarie che costellano le case e gli edifici di rilevanza storico culturale. Un alternarsi continuo di colori, pattern e stili che coinvolge e stimola l'osservatore ad ammirare un murale dopo l'altro. L'iniziativa di colorare le facciate degli edifici ha come punto di riferimento la signora Anna Maria Tempestini la quale, dopo aver trascorso un lungo periodo di soggiorno nel milanese, ritornò nella sua terra d'origine con l'idea di mettere in evidenza la storia, le leggende e il folclore della sua comunità. Il suo progetto, iniziato nel 2001, vide l'appoggio di varie istituzioni artistiche (tra le quali l'Accademia di Brera) e di altrettanti artisti che resero il piccolo borgo di Braccano - frazione di Matelica, con circa 150 abitanti - una tela a cielo aperto su cui stemperare la propria vena artistica e che annovera oggi una cinquantina di opere. Un arcobaleno di colori, tinte, toni e gradazioni che si fondono armoniosamente con il contesto cittadino.

Il territorio, di rilevanza storica, consente itinerari incentrati sulla sue origini, a cominciare dalle epoche più antiche per giungere ai giorni nostri. Permane lo strascico del terremoto e alcuni edifici sono chiusi al pubblico per procedere con il recupero delle numerose opere custodite che hanno subito le conseguenze del sisma. Vi sono molte sorprese, a iniziare dall'enorme Globo di Matelica: una sfera quasi perfetta di circa 29 centimetri di diametro in marmo greco, rinvenuta nel 1985 durante i lavori di consolidamento del duecentesco palazzo Pretorio di Matelica. È diviso perfettamente a metà da una linea centrale mentre sulla sua sommità vi sono tre cerchi concentrici di diversi diametri - e sui quali sono ancora visibili parole in antico alfabeto greco - e 13 fori, contrassegnati ciascuno da una lettera greca, nei quali probabilmente venivano inseriti degli strumenti che avrebbero dovuto proiettare la loro ombra in corrispondenza di linee orarie. Segue il Teatro comunale Giuseppe Piermarini, il cui restauro del 1985 ha riportato alla luce un antichissimo impianto termale di epoca romana - del secondo secolo D.C. - e un insediamento piceno antecedente a quello di epoca romana, risalente al quinto secolo A.C. A seguito di queste sensazionali scoperte in ambito archeologico, il teatro divenne anche museo archeologico polididattico. Direttrici d’arte e di culto a Matelica consentono di scoprire chiese e numerose opere votive.

A Matelica le numerose sagre e feste paesane, con l’arrivo della bella stagione, consentono di assaporare le specialità enogastronomiche locali sullo sfondo di note, vivendo momenti di puro svago e relax. Sfiziosi, a questo proposito, sono “Musica in festa” - della durata di circa un mese, a giugno - e “Festival internazionale del Folklore” - cavallo tra luglio e agosto -, che coinvolge un grandissimo numero di persone ed enti culturali. Sono numerosi i percorsi enogastronomici che consentono di scoprire i tesori di questo territorio in tutte le stagioni, a iniziare dall'oro rosso dello zafferano per passare alle paste all'uovo e ai salumi tipici - tra i quali spicca il Ciauscolo - per giungere al delizioso miele artigianale che addolcisce il palato. Di rilievo a Matelica, infine, è il turismo sportivo: oltre a trekking, ciclismo e itinerari in moto, è nata un'iniziativa solidale a favore delle terre interessate dal sisma geologico: si tratta del “Cammino del tramonto”, un percorso dalla lunghezza di 17 chilometri che attraversa le zone del matelicese proponendo scorci, panorami e dettagli scenici e che si conclude con il ritorno al punto di origine, Piazza Enrico Mattei.