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LA DESTINAZIONE DEL GIORNO

BUONCONVENTO

 Siena, Toscana
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Stemma di Buonconvento
Alla scoperta di Buonconvento

Circondato da antiche mura, Buonconvento conserva atmosfere medievali autentiche e la tradizione di un centro che, posizionato sulla via Francigena, è stato per molto tempo un luogo di incontro per persone e culture. L’antica via di comunicazione passava proprio nel cuore del paese, in parte su quella che è oggi la sua strada principale, via Soccini. È qui che sorgono alcuni degli edifici storici più importanti, come palazzo Ricci Socini, di inizio Novecento, caratteristico nel suo stile Liberty. Oggi è la sede del “Museo di arte sacra della Val d’Arbia”, che custodisce una collezione di dipinti, sculture e oreficerie tessili del territorio datata tra la fine del XIII e il XVII secolo e costituita a partire dal 1926 dal parroco Don Crescenzio Massari, che raccolse le prime opere recuperate dai depositi della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. Quest’ultima è la basilica principale di Buonconvento: originaria del 1103, come attesta una targa in pietra, ha una facciata in mattoni rossi nel tipico stile Barocco senese e al suo interno, ristrutturato a inizio Settecento, si può ammirare “La Madonna in trono col Bambino” di Matteo di Giovanni. Il quattrocentesco palazzo Pretorio, con la torre civica, è un altro degli edifici più celebri di Buonconvento: sulla facciata si scorgono i ventiquattro stemmi gentilizi in pietra dei podestà che si sono succeduti dal 1422 al 1496. Il “Museo della mezzadria senese” è particolare invece per essere stato realizzato negli spazi secenteschi di un antico granaio padronale, con un allestimento che permette di rivivere il mondo rurale di un tempo. A dominare dall’alto Buonconvento è il castello di Bibbiano, dal quale si gode una bella vista sui vigneti e sulle colline: oggi proprietà privata, si può ammirare solo dall'esterno per apprezzare il tipico aspetto di fortezza medievale, originaria dell’850 d.C e restaurata più volte nei secoli. Sorge fuori dall’abitato anche la pieve di Sant’Innocenza a Piana: è composta da più edifici, tra i quali spicca la chiesa romanica di Sant’Innocenza, di cui la prima notizia documentata risale al 1081. Curiosità di Buonconvento è infine quella di essere menzionato nel “Decameron” da Giovanni Boccaccio, che narra di una disavventura vissuta dal poeta Cecco Angiolieri proprio in una taverna del borgo.

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Stemma di Buonconvento
Alla scoperta di
Buonconvento

Circondato da antiche mura, Buonconvento conserva atmosfere medievali autentiche e la tradizione di un centro che, posizionato sulla via Francigena, è stato per molto tempo un luogo di incontro per persone e culture. L’antica via di comunicazione passava proprio nel cuore del paese, in parte su quella che è oggi la sua strada principale, via Soccini. È qui che sorgono alcuni degli edifici storici più importanti, come palazzo Ricci Socini, di inizio Novecento, caratteristico nel suo stile Liberty. Oggi è la sede del “Museo di arte sacra della Val d’Arbia”, che custodisce una collezione di dipinti, sculture e oreficerie tessili del territorio datata tra la fine del XIII e il XVII secolo e costituita a partire dal 1926 dal parroco Don Crescenzio Massari, che raccolse le prime opere recuperate dai depositi della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. Quest’ultima è la basilica principale di Buonconvento: originaria del 1103, come attesta una targa in pietra, ha una facciata in mattoni rossi nel tipico stile Barocco senese e al suo interno, ristrutturato a inizio Settecento, si può ammirare “La Madonna in trono col Bambino” di Matteo di Giovanni. Il quattrocentesco palazzo Pretorio, con la torre civica, è un altro degli edifici più celebri di Buonconvento: sulla facciata si scorgono i ventiquattro stemmi gentilizi in pietra dei podestà che si sono succeduti dal 1422 al 1496. Il “Museo della mezzadria senese” è particolare invece per essere stato realizzato negli spazi secenteschi di un antico granaio padronale, con un allestimento che permette di rivivere il mondo rurale di un tempo. A dominare dall’alto Buonconvento è il castello di Bibbiano, dal quale si gode una bella vista sui vigneti e sulle colline: oggi proprietà privata, si può ammirare solo dall'esterno per apprezzare il tipico aspetto di fortezza medievale, originaria dell’850 d.C e restaurata più volte nei secoli. Sorge fuori dall’abitato anche la pieve di Sant’Innocenza a Piana: è composta da più edifici, tra i quali spicca la chiesa romanica di Sant’Innocenza, di cui la prima notizia documentata risale al 1081. Curiosità di Buonconvento è infine quella di essere menzionato nel “Decameron” da Giovanni Boccaccio, che narra di una disavventura vissuta dal poeta Cecco Angiolieri proprio in una taverna del borgo.

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Informazioni su Buonconvento

Regione

Toscana

Provincia

Siena (SI)

Abitanti

3097

Altitudine

m. 147 s.l.m.

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BORGHI IN ZONA DA VISITARE

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Punti di interesse

Castello Di Bibbiano
Castello Di Bibbiano

Le sue origini risalgono all’850 ed era proprietà del legato imperiale al tempo di Ludovico II, Guinigi di Reghinari, conte longobardo. Di stile medievale e merlatura guelfa, è circondato su tre lati da un fossato con ponte in muratura (in origine era presente un ponte levatoio) e parziale camminamento per la ronda. Il camminamento resta solo sul lato nord, mentre nell'angolo ovest è presente una garitta in mattoni, merlata e stondata sul lato interno, che doveva essere il riparo delle sentinelle di guardia. I lati sud-ovest e sud-est sono più bassi e peggio conservati: restano tracce di altre garitte perdute nelle mensole d'angolo superstiti. All'interno si trova un cortile ad anello, con al centro il mastio, collegato alle mura da un passaggio ad arco che scavalca la radura interna. Sull'arco un camminamento retto da mensole porta a una delle due originarie torrette d'angolo, con merlatura rifatta in stile, che sormonta il portale d'ingresso a nord-est. I basamenti murari sono leggermente scarpati e il mastio ha una cornice di archetti pensili su beccatelli all'altezza del primo piano, che reggono il leggero aggetto del piano superiore. In corrispondenza di un'altra torretta, dotata di arco ribassato in laterizi alla base e piombatoio, si trova il portale interno del cassero, posto in asse con l'accesso alle mura esterne e incorniciato elegantemente da bozze in arenaria tufacea. Il secondo piombatoio, che lo sovrasta, è un rifacimento recente. All'interno l'Annunciazione, ultima opera di Pietro Lorenzetti, e la Madonna nella cappella del castello, opera di Baldassarre Peruzzi.

Monumento Nazionale


Bosco Della Ragnaia
Bosco Della Ragnaia

Creato dall'artista americano Sheppard Craige a San Giovanni d'Asso, il Bosco della Ragnaia è sia un parco boschivo che un giardino. Malgrado alcune parti sembrino antiche, il Bosco è un'opera contemporanea, avviata nel 1996 e che continua ancora oggi. Sotto alte querce si possono rilevare molte inscrizioni che accumulano muschio in attesa di essere notate da un visitatore. Alcune saranno familiari, altre enigmatiche, mentre altre ancora esprimono un senso capriccioso di Sheppard. Tra le costruzioni degne di nota vi sono: L’Altare dello Scetticismo, il Centro dell'Universo, e di un Oracolo di Te Stesso. Il Bosco non offre un senso, ma è, al contrario, aperto a tutte le interpretazioni.

Parco Artistico


Orto Botanico E Herbarium
Orto Botanico E Herbarium

L’Orto Botanico è inserito all’interno delle cinte medievali della città, che ne fanno da confine a Sud, più precisamente nel versante della valle di S. Agostino, con un’esposizione Ovest-Sud-Ovest e un’altitudine compresa tra i 280 e 350 m s.l.m.. Tale collocamento tutto in pendenza, fatta di sentier tortuosi, piccole vasche, grotte di roccia spugnosa e una Fonte medievale, ne fanno un’oasi di pace e tranquillità, con alle spalle la città del Palio. In aiuto al visitatore il riconoscimento delle piante ospitate è facilitato da appositi cartellini, bianchi per le piante autoctone e gialli per quelle esotiche, che ne riportano il nome scientifico e l’eventuale nome volgare e forniscono informazioni sulla famiglia di appartenenza e l’areale di distribuzione. Dal 2004 una semplice cartellonistica esplicativa posta in varie aree, accompagna il pubblico nella visita sia guidata, che libera. La presentazione delle piante dell’Orto Botanico, che si estende a sorpresa una volta oltrepassati i vialetti di accesso, si basa secondo criteri sistematici o ecologici. Le aiuole con le piante ornamentali, i pergolati e i filari di alberi costituiscono le radice originaria, secondo i canoni di allestimento dei giardini ottocenteschi. L’Erbario è localizzato al piano seminterrato del Dipartimento di Scienze della Vita ed è accessibile per la consultazione del materiale su prenotazione. Ospita collezioni di essiccata suddivise in: Collezione Storica (campioni del XVIII secolo) e Collezione Moderna (campioni dal 1850 ad oggi). Si consiglia di verificare gli orari di apertura sui siti web dei musei prima della visita.

Orto Botanico


Sinagoga Di Siena
Sinagoga Di Siena

La sinagoga di Siena venne ideata nel 1786 dall'architetto Giuseppe Del Rosso, nell'area dove sorgevano precedenti luoghi di preghiera, dunque nel cuore del ghetto senese. Il Tempio, la cui facciata esterna è disadorna e semplice, simboleggia uno dei pochi esempi di architettura tra Rococò e Neoclassicismo della zona. Peculiare delle sinagoghe di ghetto costruite prima dell'Emancipazione, è che niente doveva tradire dall'esterno la presenza del luogo di culto. Di fronte si trova la fonte del ghetto, originariamente ornata da una statua di Mosè che additava l'acqua, opera attribuita a Jacopo della Quercia. La statua, rimossa nel 1875 allorché ebrei polacchi si lamentarono che essa infrangeva il divieto di rappresentazione delle immagini, fu trasferita prima nel Museo dell'Opera del Duomo e quindi nel Museo del Comune dove si trova tuttora. In contrapposizione, l'elegante ambiente interno della sinagoga è riccamente decorato. La sala, di forma rettangolare, ospita ai lati le file di banchi mentre al centro si trova il podio realizzato nel 1756 e arricchito da nove candelabri a dieci braccia. Di fronte all'arca si affaccia il matroneo, il luogo riservato alla preghiera per le donne, essendo la sinagoga di Siena di rito tradizionalista. In questo caso, si tratta di una specie di balcone chiuso da una grata lignea. Sulla parete dietro al podio si trovano le finestre in stile neoclassico, riccamente decorate e inserite in tre archi. Sul soffitto, stucchi bianchi e azzurri formano le tavole della legge. Al suo interno, la sinagoga ospita pezzi di grande valore, tra cui argenti rituali della bottega dei Guadagni di Firenze e stoffe rare, dette "indiane". Particolare è la sedia di Elia, collocata nell'ampio ingresso a sinistra, donata alla Comunità nel 1860 dal rabbino Nissim. Sullo schienale in legno sono finemente intarsiati i versetti che ricordano la circoncisione, cerimonia per la quale è stata creata.

Sinagoga

Museo Civico Di Siena
Museo Civico Di Siena

Il Museo civico, adibito negli anni trenta del XX secolo, è situato al primo piano del palazzo e ospita numerosi capolavori dell'arte senese. Le prime quattro sale (dette della Quadreria) mostrano opere dei secoli XVI-XVIII, riordinate nel 1985. Sono opere soprattutto senesi, provenienti dalla collezione Spannocchi, tra le quali spicca la sinopia della Madonna col Bambino e santi del Sodoma, proveniente dalla Cappella di Piazza (1537-1539). La Sala del Risorgimento che espone affreschi e sculture del XIX secolo. Alle pitture a soggetto storico risorgimentale lavorarono esclusivamente artisti toscani, per lo più senesi: Pietro Aldi, Giorgio Bandini, Amos Cassioli, Alessandro Franchi, Cesare Maccari, Gaetano Marinelli e altri. Tra le sculture spiccano lavori di Enea Becheroni, Giovanni Duprè, Emilio Gallori, Arnoldo Prunai, Tito Sarrocchi e altri. Da qui si accede alla porzione più antica e prestigiosa del palazzo. La prima di queste sale, detta Sala dei Priori o Sala della Balìa, è divisa in due sezioni da un arco e completamente ricoperta da affreschi. Vi si vedono Sedici Virtù nelle volte, di Martino di Bartolomeo (1408), mentre alle pareti spicca il ciclo sulla Vita di papa Alessandro III, papa senese, dipinti da Spinello Aretino e dal figlio Parri Spinelli (1407). La porta lignea intarsiata è opera di Domenico di Niccolò, mentre il banco ligneo con intagli e intarsi è di Barna di Turino (1410). Dalla porta opposta all'ingresso si accede a una scalinata che porta ai piani superiori. La Sala dei Cardinali, o Anticamera del Concistoro. Ha le pareti decorate da vari affreschi tre-quattrocenteschi staccati, che provengono da pareti esterne o da altri locali del palazzo. Tra questi spicca i Santi Caterina d'Alessandria, Giovanni e Agostino con un devoto attribuiti ad Ambrogio Lorenzetti e già sul portale d'ingresso alla Sala di Balìa. Attraverso un pregiato portale marmoreo di Bernardo Rossellino (1448) si passa alla Sala del Concistoro, dove i governanti si riunivano ai tempi della Repubblica. Le imposte lignee del portale, intarsiate, sono opera attribuita a Domenico di Niccolò. Sulle volte, si trovano affreschi allegorici di Domenico Beccafumi dedicati alle Virtù pubbliche e alla loro pratica nell'antichità (eseguiti con interruzioni dal 1529 al 1535). Sopra la porta il Giudizio di Salomone è un affresco attribuito a Luca Giordano. La sala più grande e più famosa è la Sala del Mappamondo, detta anche Sala del Consiglio, che conserva due grandi affreschi: la Maestà di Simone Martini (1312-1315) e Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi, attribuito tradizionalmente sempre a Simone Martini (1330), ma molto probabilmente un rifacimento quattrocentesco di un capolavoro perduto del maestro senese. Sotto di essa si trova l'affresco della Presa di un castello (forse di Giuncarico), opera attribuita non concordemente a Duccio di Buoninsegna, datata 1314, che ne fa la più antica decorazione sicura del palazzo. Sotto venne applicato successivamente da Ambrogio Lorenzetti il mappamondo girevole che diede nome alla sala, ormai perduto, anche se le impronte del suo andamento girevole sono ancora visibili sulla parete. Sulla parete delle arcate, in alto, si vedono due grandi affreschi a monocromo sulle glorie militari di Siena: a sinistra la Vittoria dei senesi nella battaglia di Val di Chiana, di Lippo di Vanni (1363) e a destra la Vittoria dei senesi sui fiorentini al Poggio Imperiale di Poggibonsi (avvenuta nei pressi di Poggibonsi l'8 settembre 1479) di Giovanni di Cristofano e Francesco d'Andrea (1480). Completano la decorazione della sala una galleria dei più venerati santi senesi sui pilastri, da destra: i Beati Andrea Gallerani e Anbrogio Sansedoini, di autore cnquecentesco, Santa Caterina da Siena del Vecchietta (1460), San Bernardino di Sano di Pietro (1450), il Beato Bernardo Tolomei, fondatore degli Olivetani, del Sodoma (1533), Sant'Ansano e San Vittore del Sodoma (1530 circa).

Musei

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La Sicilia è la più grande isola italiana e del mediterraneo, nonché la regione più estesa dell'Italia, la sua superficie ha una caratteristica forma triangolare. L'isola a Nord-Est è divisa dal continente dallo Stretto di Messina – un lembo di mare di circa 3km – è bagnata a Nord dal Mar Tirreno, a Ovest dal canale di Sicilia, a Sud-Ovest dal Mar di Sicilia, a Sud-Est dal canale di Malta, e a Est dal Mar Ionio.

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