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Nel Museo Diocesano di Fermo e sino al 30 novembre 2025 sarà possibile visitare la mostra “Immagini di Maternità. La bellezza della vita che nasce”, che celebra la maternità di Maria e rivela la ricchezza del patrimonio artistico-sacro della Regione Marche. E da scoprire open air è Fermo, il cui cuore batte nella rinascimentale piazza del Popolo - incastonata nel centro storico - sotto lo sguardo di Sisto V, la cui statua è stata realizzata nel 1588 dal toscano Accursio Baldi, detto il Sansovino, per celebrare l'ammirazione dei fermani verso il pontefice che fu vescovo di Fermo dal 1571 al 1577. La scultura domina la facciata del palazzo dei Priori - uno degli edifici più importanti della località -, costruito alla fine del Trecento dall'unione di due strutture preesistenti, restaurato nella prima metà del XV secolo e completato nel 1525, con una doppia scalinata che si unisce sotto il portico d'ingresso, da cui si accede al principale polo museale della città. Qui si trova infatti la Pinacoteca civica di Fermo, che custodisce opere dall'epoca medievale fino al XIX secolo, tra cui importanti dipinti di scuola veneziana e marchigiana, oltre a un arazzo fiammingo realizzato su disegno di Giusto de Gand e il dipinto di Peter Paul Rubens raffigurante l'Adorazione dei Pastori. Il percorso di visita inizia al primo piano con le sale di rappresentanza del comune e si conclude con la sala del Mappamondo, che deve il suo nome al globo in legno e carta reale di Fabriano, realizzato nel 1780 circa dal geografo Silvestro Amanzio Moroncelli. La sala del Mappamondo è il nucleo originale della biblioteca civica "Romolo Spezioli" - creata nel 1688 e intitolata al medico personale della regina Cristina di Svezia -, che si è espansa nel tempo nell'attiguo palazzo degli Studi, sede dell'università di Fermo fino al 1826. È un punto di riferimento per ricercatori e studiosi di tutto il mondo grazie alla sua straordinaria collezione di manoscritti miniati, edizioni rare e un vasto fondo grafico. Il polo museale di palazzo dei Priori comprende anche il Museo civico archeologico di Fermo, che trae origine dal museo privato dei fratelli Gaetano e Raffaele De Minicis, vissuti a Fermo nella prima metà dell'Ottocento. Non lontano si può ammirare il complesso sotterraneo delle cisterne epuratorie romane, del I secolo d.C., composto da trenta ampi vani che raccoglievano e distribuivano acqua piovana e sorgiva. Esemplare di fine Settecento è invece il teatro dell'Aquila, che conserva sul soffitto un pregevole dipinto a tempera di Luigi Cochetti e un grande lampadario a 56 bracci, tornato al centro di un'ampia e prestigiosa attività artistica dopo il restauro del 1997. A dominare Fermo dall'alto è la cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo, edificata su un tempio pagano, distrutta e ricostruita più volte, fino alla realizzazione di fine Settecento in stile Neoclassico: conserva opere pregevoli, tra cui un sarcofago e un mosaico paleocristiani e un'icona bizantina.
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Nel Museo Diocesano di Fermo e sino al 30 novembre 2025 sarà possibile visitare la mostra “Immagini di Maternità. La bellezza della vita che nasce”, che celebra la maternità di Maria e rivela la ricchezza del patrimonio artistico-sacro della Regione Marche. E da scoprire open air è Fermo, il cui cuore batte nella rinascimentale piazza del Popolo - incastonata nel centro storico - sotto lo sguardo di Sisto V, la cui statua è stata realizzata nel 1588 dal toscano Accursio Baldi, detto il Sansovino, per celebrare l'ammirazione dei fermani verso il pontefice che fu vescovo di Fermo dal 1571 al 1577. La scultura domina la facciata del palazzo dei Priori - uno degli edifici più importanti della località -, costruito alla fine del Trecento dall'unione di due strutture preesistenti, restaurato nella prima metà del XV secolo e completato nel 1525, con una doppia scalinata che si unisce sotto il portico d'ingresso, da cui si accede al principale polo museale della città. Qui si trova infatti la Pinacoteca civica di Fermo, che custodisce opere dall'epoca medievale fino al XIX secolo, tra cui importanti dipinti di scuola veneziana e marchigiana, oltre a un arazzo fiammingo realizzato su disegno di Giusto de Gand e il dipinto di Peter Paul Rubens raffigurante l'Adorazione dei Pastori. Il percorso di visita inizia al primo piano con le sale di rappresentanza del comune e si conclude con la sala del Mappamondo, che deve il suo nome al globo in legno e carta reale di Fabriano, realizzato nel 1780 circa dal geografo Silvestro Amanzio Moroncelli. La sala del Mappamondo è il nucleo originale della biblioteca civica "Romolo Spezioli" - creata nel 1688 e intitolata al medico personale della regina Cristina di Svezia -, che si è espansa nel tempo nell'attiguo palazzo degli Studi, sede dell'università di Fermo fino al 1826. È un punto di riferimento per ricercatori e studiosi di tutto il mondo grazie alla sua straordinaria collezione di manoscritti miniati, edizioni rare e un vasto fondo grafico. Il polo museale di palazzo dei Priori comprende anche il Museo civico archeologico di Fermo, che trae origine dal museo privato dei fratelli Gaetano e Raffaele De Minicis, vissuti a Fermo nella prima metà dell'Ottocento. Non lontano si può ammirare il complesso sotterraneo delle cisterne epuratorie romane, del I secolo d.C., composto da trenta ampi vani che raccoglievano e distribuivano acqua piovana e sorgiva. Esemplare di fine Settecento è invece il teatro dell'Aquila, che conserva sul soffitto un pregevole dipinto a tempera di Luigi Cochetti e un grande lampadario a 56 bracci, tornato al centro di un'ampia e prestigiosa attività artistica dopo il restauro del 1997. A dominare Fermo dall'alto è la cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo, edificata su un tempio pagano, distrutta e ricostruita più volte, fino alla realizzazione di fine Settecento in stile Neoclassico: conserva opere pregevoli, tra cui un sarcofago e un mosaico paleocristiani e un'icona bizantina.
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