Catanzaro

Catanzaro, capoluogo di provincia della Calabria, conta circa 90.000 abitanti ed è una vivace cittadina posta a 320 metri sul livello del mare. La sua posizione geografica, in corrispondenza di uno stretto lembo di terra tra il Mar Jonio ed il Mar Tirreno, le ha conferito la denominazione di "Città tra due mari". Straordinario è vedere come in alcune giornate ventose e limpide, dai quartieri più a nord della città dove l'altitudine diviene collinare, si possano distinguere contemporaneamente entrambe le sponde marine e le isole Eolie.
Il centro urbano presenta una struttura raccolta con strade lunghe, talvolta strette ma ben disegnate, dall'inconfondibile impronta medievale. L'abitato si erige sulla sommità di un possente rostro (Trivonà) composto da tre alture, cinte da lussureggianti valli. Secondo una recente indagine nazionale Catanzaro, in relazione al verde urbano occupa la ventunesima posizione in Italia su 107 capoluoghi di provincia, con ben 52,90 metri quadrati di piante e giardini per abitante.
Katastarion, come la chiamavano i greci, o Catacium, di etimologia latina, fu fondata dai Bizantini nel IX secolo, poi dominata dagli arabi, dai normanni e dagli spagnoli. Tra il IX e il XVI secolo gli annali di Catanzaro ci presentano una città spesso sotto assedio, per le sue caratteristiche geografiche ma che, nonostante le vicissitudini, s'impose orgogliosamente e tenacemente per mantenere la propria autonomia a salvaguardia delle peculiarità produttive, prime tra tutte quella della seta. Presso l'Archivio storico di Catanzaro è conservato materiale documentario assai interessante a riguardo, riferito al periodo che va dal XV fino al XIX secolo: molti i contratti di vendita e di resa di tessuti di seta, nonchè precise notizie sulle doti matrimoniali del tempo. Uno degli scritti più rilevanti sulla città e sulla fiorente attività artigianale serica è rappresentato dalle "Memorie Historiche di Catanzaro" un'opera del XVII secolo suddivisa in tre tomi, scritta dal letterato Vincenzo D'Amato. Per centinaia di anni i maestri setaioli catanzaresi vennero chiamati da altri Paesi (tra cui la Francia) per insegnare l'arte della tessitura realizzando così, per diverse committenze, vere e proprie opere d'arte. A tale riguardo non si possono non ricordare gli splendidi cuscini di seta istoriati e arricchiti di pietre preziose, che troviamo descritti in un inventario di Squillace, datato fine 1200. Questa importante tradizione ha in qualche modo influito anche sulla toponomastica catanzarese, tanto che tra i nomi delle vie cittadine troviamo Via Filanda e Vico II Gelso Bianco. Evocative e caratteristiche queste strade portano dal passato al presente raccontando una storia fatta di tradizione e bellezza.
A questo punto, se i visitatori volessero approfondire l'argomento, non potrà mancare la visita al Museo della seta di San Floro, che si trova all'interno del Castello Caracciolo, una struttura possente che domina la valle del Corace. Il maniero, del XV secolo, custodisce i tesori artigianali della storia sericola calabrese, che vede al centro la città di Catanzaro, considerata dal 1300 al 1700, indiscussa capitale europea della seta. Nella prima sezione della galleria sono conservati i costumi d'epoca, damaschi catanzaresi, paramenti sacri, nonché gli strumenti per la tessitura. In un'altra area dell'edificio si trovano i manufatti in seta più moderni distinti per pregio di lavorazione all'uncinetto e al telaio antico a quattro licci. Una terza sezione è poi dedicata al gelso, al baco da seta e alle fibre naturali. La quarta sala è riservata invece alle tinture (rigorosamente naturali) con un assortimento di seta colorata con papavero, cipolla di Tropea, radice di robbia, margherita di campo, iperico, mallo di noce. A seguire troviamo la sezione rivolta all'esposizione di tessuti e di costumi tradizionali dei diversi Paesi che hanno un legame con la cultura serica, tra questi Francia, Thailandia, India. Ultima per cronologia espositiva è la stanza de i telai dove ancora oggi i ragazzi di una cooperativa tessono indumenti strepitosi.
A Catanzaro sono tante le cose da vedere e da visitare che srotolano un racconto edito e inedito. Una sessantina le chiese, sedici delle quali comprese nel perimetro della città vecchia.
Tra storia, arte e spiritualità Uno dei monumenti principali di Catanzaro è sicuramente il Duomo, che sorge sull'omonima Piazza. Edificato nel 1121, in piena epoca normanna, fu poi ricostruito nel dopoguerra a causa dei bombardamenti.
Tante dunque le chiese e gli oratori della città, tra queste la Basilica dell'Immacolata realizzata nel XIII secolo, anch'essa più volte restaurata nel corso degli anni. Nel dedalo delle possibilità perché non visitare il Complesso di San Giovanni? Risalente ai secoli XV-XVI, è posto sul colle più alto della città, in corrispondenza dei resti dell'antico Castello normanno. Inutile sottolineare come l'ubicazione del sito offra una vista mozzafiato.
La Chiesa dell'Osservanza, conosciuta anche come Chiesa di Santa Teresa, risalente al XVI secolo, ci racconta una storia ricca e composita. Questo edificio di culto dispone di due altari: il maggiore dedicato al Santissimo Crocifisso ed il secondo consacrato alla Madonna delle Grazie. Non distante si trova la Chiesa di Santa Maria del Carmine, edificata nel XVII secolo e restaurata nel secolo seguente, la piccola costruzione merita una visita non fosse altro che per conoscere il quartiere in cui è ubicata: il rione Grecia, il più antico della città, posto a sud-est del centro storico.
Nel Museo diocesano di Arte sacra (MUDAS) ospitato all'interno del Palazzo episcopale, è possibile vedere opere provenienti dalle chiese della città, un corollario tematico di grande pregio.
Sempre in riferimento ai Musei, quello delle Arti - MARCA - in Via Alessandro Turco, ospita collezioni di vario genere, antiche e moderne sempre al passo con i tempi. Il Museo delle Carrozze documenta, invece, l'evoluzione dei mezzi di trasporto non motorizzati soddisfacendo ogni curiosità sul tema. La Casa della memoria Mimmo Rotella (1918-2006) artista catanzarese, esponente del movimento del Noveau Realisme e della Pop art internazionale, fa conoscere agli interessati la retrospettiva di un secolo di storia narrata partendo dai natali di una personalità nota a livello internazionale. Rotella nel 2000 ricevette dal ministro della Cultura francese, Jack Lang, il titolo di Officiel des arts et des Lettres. Fu invitato al Guggenheim Museum di New York nel 1994 per l'Italian Metamorphosis, poi al Centre Pompidou nel 1996 per la Face à l'Histoire e nello stesso anno al Museum of contemporary art di Los Angeles dove allestì una mostra successivamente esportata in tutto il mondo. Al cinema di Federico Fellini dedicò un intero ciclo di lavori.
Il Museo provinciale di Catanzaro ha sede nella Villa comunale (Villa Margherita) ed è l'esposizione permanente più antica della Calabria, inaugurata nel maggio 1879. Qui sono custodite le collezioni archeologiche e numismatiche della provincia catanzarese, frutto di interessanti ricerche, acquisti e donazioni private. I diversi reperti tratteggiano le varie fasi delle civiltà che si sono avvicendate nell'occupazione del territorio della Calabria centrale dalla Preistoria al Medioevo. Di grande interesse è la raccolta numismatica costituita da oltre 8.000 monete e che, in passato, ha attratto illustri visitatori stranieri, come Francois Lenormant e George Gissing.
Camminando per la città e scoprendone man mano i diversi luoghi d'interesse, tra pagine di passato e di presente si comprende come ogni posto abbia un cuore gentile ed accogliente. Ma a Catanzaro il nuovo fervore è dato dai tanti giovani che frequentano l'Università degli Studi "Magna Græcia", un Ateneo statale fondato nel 1998. Quest'ultimo è una delle tre università pubbliche calabresi, la seconda per numero di iscritti.
Un capoluogo attento all'ambiente: lo si può scoprire visitando il Parco della biodiversità mediterranea, un'area interamente dedicata alla flora e alla fauna del territorio. Un'oasi verde che si estende su 13 ettari con una miriade di colture, arricchita da un percorso jogging, un laghetto dedicato alle piante acquatiche, un labirinto arboreo, parco giochi per bambini e un bellissimo anfiteatro.
I profumi e i sapori di questa città sono indimenticabili. La cucina catanzarese è contraddistinta dalle tipicità della Sila: alloro, basilico, origano, peperoncino, olio nostrano e vitigni di pregio. Gustosissime sono le pietanze stagionali a base di melanzane, zucchine, nonché le minestre e le paste con i legumi. Un passepartout mai segnato dal tempo, né per i piatti tradizionali né per il gran gourmet, è rappresentato dai tipici formaggi (tra questi il butirri), la provola, il pecorino ed anche dai salumi come la soppressata o il guanciale calabrese. Andando per locali e ristoranti le diverse esperienze sensoriali lasceranno piacevolissimi ricordi.
I primi di ottobre ricorre la festa dell'uva, una rassegna all'insegna della coralità con degustazioni, intrattenimenti per grandi e piccini, rappresentazioni a tema ricordando la preziosità delle risorse del territorio. E a proposito di degustazioni anche il visitatore più disincantato porterà con sé l'indelebile nostalgia dei Vini Mantonico, Guardavalle, Gaglioppo, Aglianico, Savuto, Bivongi, Malvasia.
Tra i dolci tipici le nepitelle vengono preparate nel periodo di Pasqua, ma ormai è possibile gustarle tutto l'anno. La loro forma ricorda quella di un panzerotto con la pasta esterna a base di farina, strutto, uova, lievito per dolci e zucchero, mentre il ripieno è composto da marmellata o vino cotto, frutta secca tritata, cioccolato e spezie.
Uva passa, scorza di agrumi, noci e cannella non mancano mai e alla fine viene sempre voglia di ricominciare.