Bomarzo è un comune della provincia di Viterbo, posto all'estremità nord-occidentale della regione Lazio. Il territorio cittadino sorge nel cuore della Tuscia, in un'area territoriale compresa fra le pendici nord-orientali dei monti Cimini e la vallata del fiume Tevere. Il nucleo urbano confina con i comuni di Soriano nel Cimino, Viterbo, Vitorchiano, Graffignano e Bassano in Teverina nel Lazio, Attigliano e Giove in Umbria. La cittadina laziale, incorniciata in uno scenario naturale di considerevole bellezza, conserva molteplici testimonianze di rilevanza storico-artistica e architettonica. Il centro storico di Bomarzo si può visitare comodamente a piedi, o con l'ausilio della bicicletta. L'itinerario alla scoperta della cittadina ha inizio da piazza Duomo, dominata dalla cattedrale, intitolata a Santa Maria Assunta in Cielo, edificata nel XV secolo, per volere di Giovanni Corrado Orsini, signore di Bomarzo e portata a compimento da Giulia Farnese, sua nuora. L'edificio è preceduto da due rampe di scale convergenti, dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, ultimate nel corso del Seicento, insieme alla facciata. Il prospetto principale è definito da linee sobrie e scandito da una sequenza di paraste, che inquadrano le porte, ingentilite da dei lacunari classicheggianti. A conclusione del secondo ordine, decorato da quattro pignoni, è posto un timpano. Sul fianco sinistro del duomo s'innalza la torre campanaria, costruita su una struttura preesistente di origine etrusca. L'austero spazio interno è articolato in tre navate sorrette da pilastri in peperino e nella navata centrale possiamo ammirare una pala d'altare raffigurante Sant'Anselmo che sostiene la città di Bomarzo e la rivolge alla Vergine Assunta e sotto l'altare maggiore, inoltre, sono custodite le reliquie di Sant'Anselmo di Bomarzo. Lungo le pareti del presbiterio sono ritratte scene della vita della Vergine ed il miracolo operato da Sant'Anselmo per liberare Bomarzo da Totila. Sul soffitto dell'abside spicca lo stemma degli Orsini, affiancato da dei medaglioni con le raffigurazioni degli Evangelisti, mentre sull'arco di trionfo è rappresentata l'incoronazione della Vergine. Inoltre, nella navata di sinistra, è custodito il quattrocentesco altare della Madonna del Rosario.
Palazzo Orsini e luoghi di culto
Da conoscere, per il suo valore culturale e per il significato storico, è palazzo Orsini, una struttura a carattere difensivo risalente al XVI secolo ed eretta sui resti di un antico maniero. L'imponente complesso fu costruito nel 1519 per volere di Giovanni Corrado Orsini, signore di Bomarzo, su progetto dell'architetto Baldassarre Peruzzi. Il palazzo venne portato a termine dai discendenti di Giovanni Corrado Orsini, il quale lasciò precise volontà nel suo testamento. Nel 1645 i possedimenti della famiglia Orsini passarono a Ippolito Lante della Rovere, che realizzò il salone al primo piano, decorandolo con dei preziosi affreschi, opera di Lorenzo Berrettini, figlio di Pietro da Cortona. Successivamente, nel 1836 i Borghese subentrarono ai Lante della Rovere. Dal secondo dopoguerra il Comune stabilì la sua sede all'interno del palazzo. Numerose sono le architetture religiose presenti a Bomarzo, uno dei luoghi di culto meritevole di una visita è la piccola chiesa di Sant'Anselmo, situata in prossimità del duomo e di palazzo Orsini, in tale luogo sono state inumate le spoglie del Santo e al suo interno, possiamo contemplare un quadro del Santo, databile al XVIII secolo. Nelle vicina Riserva di Monte Casoli, sorge la chiesa medievale di Santa Maria di Monte Casoli, giunta a noi in un buono stato di conservazione. Ogni anno, il Lunedì dell'Angelo, i fedeli si recano a piedi in chiesa a riprova della loro devozione.
Il "Parco dei mostri"
A Bomarzo è imperdibile il "Parco dei mostri", conosciuto anche come "Sacro Bosco" o "Villa delle meraviglie", uno dei luoghi iconici della località. Il complesso monumentale ospita un parco naturale, che si estende su una superficie di circa 3 ettari, ornato da sculture in basalto raffiguranti mostri, divinità e animali mitologici. Tali opere, eseguite da Simone Moschino, sono ascrivibili al XVI secolo. Il Sacro Bosco fu progettato nel 1547 dall'architetto e antiquario Pirro Ligorio, per volere del principe Pier Francesco Orsini. Varcata la soglia del parco, ad accogliere i visitatori sono due sfingi poste su dei basamenti, su cui sono incise le seguenti frasi: "Chi non attraversa assorto e in silenzio questo luogo, non apprezza neanche le famose sette meraviglie del mondo." e "Tu che entri qui rifletti attentamente e poi dimmi se tutte queste meraviglie siano fatte per sbalordire oppure per arte".
Proteo e piramide etrusca
Nel parco, in un'atmosfera quasi surreale, appare la testa di Proteo, rappresentata con una gigantesca maschera dalla bocca spalancata, poi è possibile assistere alla lotta fra i giganti Ercole e Caco, poco distante invece vi sono il gruppo della "Tartaruga e della Balena", la fontana da cui emerge la figura di Pegaso e il celebre Orco, una delle statue più conosciute, caratterizzata da una grande faccia in pietra con la bocca spalancata, su cui è incisa la scritta:"Ogni pensiero vola". Oltre alla opere scultoree, nel parco si susseguono diverse strutture architettoniche: fra le più note vi sono la casa pendente, un piccolo edificio costruito su un masso inclinato e il tempio, costruito in onore della seconda moglie di Vicino Orsini, una principessa Farnese. La struttura presenta una commistione di stili, da quello classico a quello rinascimentale. Una tappa imperdibile, inoltre, per gli appassionati di archeologia e non solo, è la "Piramide etrusca" di Bomarzo, uno dei siti archeologici più misteriosi e affascinanti d'Italia, scoperta nel 2001 da Salvatore Fosci. Probabilmente il nome "piramide" (inteso come edificio funebre) non è del tutto esatto, poiché la struttura è in effetti, un altare celebrativo tronco-piramidale. La Piramide etrusca di Bomarzo, che raggiunge un'altezza di ben 16 metri, veniva infatti utilizzata dai sacerdoti Etruschi per la celebrazione di riti sacrificali in onore delle divinità degli Inferi e ancora oggi conserva gran parte dei suoi tratti originari. Tuttavia, è possibile che le sue vere origini risalgano addirittura ai tempi dei Rinaldoniani, un'antica civiltà dedita alla costruzione di altari votivi e piccoli osservatori astronomici che alcune testimonianze (fra cui l'Antico Testamento) collocano nelle terre viterbesi intorno all'anno 4000 a.C.
Eccellenze enogastronomiche
Sono numerose le prelibatezze enogastronomiche di questo territorio e una menzione particolare meritano l'olio extravergine della Tuscia, il miele, le nocciole dei monti Cimini e le castagne, per citarne alcuni. La cucina locale offre numerosi piatti tradizionali e fra questi ricordiamo gli gnocchi di patate rigorosamente a pasta gialla, le fettuccine fatte in casa, ottenute da un impasto di acqua e farina e condite poi con il sugo di carne, la zuppa di ceci, la zuppa di verdure e la "cappellaccia", una crêpe farcita con ricotta, pomodoro o crema alla nocciola, nella versione dolce. Assolutamente da assaggiare sono i famosi biscotti di Sant'Anselmo, a forma di ciambella. Infine, ad accompagnare i piatti della tradizione, sarà una ricca offerta di vini pregiati come il Lazio IGT , il Tuscia DOC, il Trebbiano, il Colli Etruschi, il Viganello e il Cerveteri.