Marmolada Patrimonio Mondiale
Marmolada 38014 Marmolada
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2.208 ettari di territorio, condiviso tra le province di Belluno e Trento, formano l’area della Regina delle Dolomiti, la Marmolada. Il sistema comprende le cime più alte di tutta la regione, tra cui Punta Penìa (con 3.343 m s.l.m è la montagna più alta di tutte le Dolomiti UNESCO), e costituisce un insieme unico di altissimo valore scenografico.

Separato dal gruppo del Sella dalle valli del Cordevole e dell’Avisio e chiuso a sud dal torrente Biois e dal Rio San Pellegrino, il gruppo della Marmolada continua verso ovest con la Cima di Costabella, il gruppo dei Monzoni e il Monte Vallaccia. Il sistema può essere suddiviso in due sezioni: quella meridionale comprende le Cime d’Ombretta (2.983 m), il Sasso Vernale (3.054 m) e il Sasso di Valfredda (2.998 m); alla porzione settentrionale appartengono le cime più alte del gruppo, Punta Penìa, Punta Rocca (3.309 m), Punta Serauta (3.218 m), il Gran Vernel (3.210 m) e il Piccolo Vernel (3.098 m).

La Marmolada è la montagna dei contrasti. Alla base, caratterizzata da forme dolci e ondulate coperte da prati e da boschi, si contrappone il massiccio superiore, che si innalza improvviso e vertiginoso con i suoi chiarissimi calcari e i dirupi mozzafiato. Il versante nord – su cui è adagiato il ghiacciaio più esteso della regione dolomitica – è un pendio armonioso che termina sulle rive del laghetto di Fedaia; il versante sud è una delle vie più impegnative e apprezzate dagli alpinisti di tutto il mondo, una parete di quasi 1.000 metri che parte dai ghiaioni della Val Ombretta e svetta su picchi vertiginosi. Proprio sulla Marmolada venne effettuato il primo tentativo di ascesa dolomitica, nel 1802, quando il cappellano di Pieve di Livinallongo, don Giuseppe Terza, tentò la scalata assieme ad altri quattro agordini, ma morì durante l’ascesa, cadendo in un crepaccio.

Dalle pendici della Marmolada si apre un canyon stretto e suggestivo, i Serrai di Sottoguda, che collega la località di Malga Ciapèla con l’abitato di Sottoguda. È un percorso di circa 2 km: per anni ha rappresentato l’unica via di collegamento per raggiungere passo Fedaia, da qualche anno è stato dichiarato riserva naturale e chiuso al traffico. La gola, scavata nei secoli dal torrente Pettorina, è caratterizzata da pareti di roccia alte centinaia di metri che in inverno ghiacciano, per la gioia degli appassionati di ice climbing (arrampicata su ghiaccio), che proprio qui trovano alcune tra le salite più suggestive delle Alpi.