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LA DESTINAZIONE DEL GIORNO

ERCOLANO

 Napoli, Campania
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Stemma di Ercolano
Alla scoperta di Ercolano

Ercolano è famosa in tutto il mondo per gli scavi archeologici dell’antica città romana travolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C, una testimonianza eccezionale che accentua il fascino di questo comune costiero nei pressi di Napoli, apprezzato per le sue ville, le bellezze paesaggistiche e le antiche tradizioni. Certamente il parco archeologico di Ercolano è di grandissimo richiamo, oltre che essere patrimonio Unesco, per la preziosità dei ritrovamenti scoperti inizialmente per caso a partire dal 1709. Alcuni esempi sono le domus romane ben mantenute - come la “casa dello scheletro” con pavimenti a mosaico e la “casa di Nettuno e Anfitrite”, con una fontana e un colonnato -, il teatro antico con tremila posti così come le terme centrali, suddivise in un settore maschile e femminile. A pochi passi dalla domus di Nettuno e Anfitrite, una bottega custodisce anfore, contenitori e suppellettili in legno in ottimo stato di conservazione. Questa è una vera curiosità, una caratteristica importante di Ercolano, dove il legno, utilizzato principalmente per la costruzione e l'arredo, è rimasto intatto grazie alla coltre piroclastica che ha invaso la città, impedendogli di bruciare e carbonizzandolo. Ercolano ha molto da offrire oltre agli scavi archeologici. Celebri sono le sue ville vesuviane, che appartengono al “miglio d’oro”, ossia al tratto di strada che anticamente era la “via regia delle Calabrie” lungo la quale tra natura, mare e Vesuvio si contano oltre cento dimore storiche. Di queste, ventidue si trovano sul territorio comunale ercolanese, costruite nel Settecento dai più grandi architetti dell’epoca. Ne è un esempio villa Campolieto, edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, duca di Casacalenda, a cui lavorarono gli architetti Mario Gioffredo, Luigi Vanvitelli e il figlio Carlo, che la completò nel 1775. Villa La Favorita, che dispone di un grande parco, è invece stata chiamata così dal re Ferdinando IV di Borbone in omaggio alla regina Maria Carolina d’Austria. Il comune di Ercolano fa inoltre parte del parco nazionale del Vesuvio: da qui inizia la strada che sale verso il Vesuvio toccando l’osservatorio vesuviano - realizzato nel XIX secolo e tra i più antichi al mondo, che ospita un museo della strumentazione scientifica utilizzata nel passato per studiare i terremoti e i vulcani – e giunge sino alle pendici del Gran Cono, dove camminare lungo il cratere di un vulcano attivo.

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Stemma di Ercolano
Alla scoperta di
Ercolano

Ercolano è famosa in tutto il mondo per gli scavi archeologici dell’antica città romana travolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C, una testimonianza eccezionale che accentua il fascino di questo comune costiero nei pressi di Napoli, apprezzato per le sue ville, le bellezze paesaggistiche e le antiche tradizioni. Certamente il parco archeologico di Ercolano è di grandissimo richiamo, oltre che essere patrimonio Unesco, per la preziosità dei ritrovamenti scoperti inizialmente per caso a partire dal 1709. Alcuni esempi sono le domus romane ben mantenute - come la “casa dello scheletro” con pavimenti a mosaico e la “casa di Nettuno e Anfitrite”, con una fontana e un colonnato -, il teatro antico con tremila posti così come le terme centrali, suddivise in un settore maschile e femminile. A pochi passi dalla domus di Nettuno e Anfitrite, una bottega custodisce anfore, contenitori e suppellettili in legno in ottimo stato di conservazione. Questa è una vera curiosità, una caratteristica importante di Ercolano, dove il legno, utilizzato principalmente per la costruzione e l'arredo, è rimasto intatto grazie alla coltre piroclastica che ha invaso la città, impedendogli di bruciare e carbonizzandolo. Ercolano ha molto da offrire oltre agli scavi archeologici. Celebri sono le sue ville vesuviane, che appartengono al “miglio d’oro”, ossia al tratto di strada che anticamente era la “via regia delle Calabrie” lungo la quale tra natura, mare e Vesuvio si contano oltre cento dimore storiche. Di queste, ventidue si trovano sul territorio comunale ercolanese, costruite nel Settecento dai più grandi architetti dell’epoca. Ne è un esempio villa Campolieto, edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, duca di Casacalenda, a cui lavorarono gli architetti Mario Gioffredo, Luigi Vanvitelli e il figlio Carlo, che la completò nel 1775. Villa La Favorita, che dispone di un grande parco, è invece stata chiamata così dal re Ferdinando IV di Borbone in omaggio alla regina Maria Carolina d’Austria. Il comune di Ercolano fa inoltre parte del parco nazionale del Vesuvio: da qui inizia la strada che sale verso il Vesuvio toccando l’osservatorio vesuviano - realizzato nel XIX secolo e tra i più antichi al mondo, che ospita un museo della strumentazione scientifica utilizzata nel passato per studiare i terremoti e i vulcani – e giunge sino alle pendici del Gran Cono, dove camminare lungo il cratere di un vulcano attivo.

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Informazioni su Ercolano

Regione

Campania

Provincia

Napoli (NA)

Abitanti

51588

Altitudine

m. 44 s.l.m.

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Punti di interesse

Orto Botanico Di Portici
Orto Botanico Di Portici

Il sito dell'orto botanico si trova all'interno del parco reale della Reggia di Portici, nella parte superiore, fatta edificare nel 1738-1748 da Carlo III di Spagna, re di Napoli e Sicilia. Dopo la dipartita dei Borboni nel 1860, nei giardini venne aperta, nel 1872, la Reale scuola superiore di agricoltura. Il parco venne successivamente ampliato di ulteriori 36 ettari e vennero creati due giardini ornamentali (circa 9000 m²). Le due aree vennero poi trasformate in giardini botanici da Nicola Antonio Pedicino, primo professore di botanica della scuola. Nel 1935 la scuola è diventata parte dell'Università degli Studi di Napoli. Durante la seconda guerra mondiale la reggia e i giardini vennero occupati dalle truppe alleate, portando alla distruzione di molte piante, ma dal 1948 le sue collezioni sono stato restaurate e ampliate. I giardini attualmente contengono oltre 4000 esemplari che rappresentano circa 1000 specie. La più importante collezione sono le piante del deserto, che comprendono oltre 600 specie di agavaceae, aizoaceae, cactaceae (circa 400 specie), didiereaceae ed euphorbiaceae. Di particolare interesse sono Gymnocalycium, Mammillaria e Rhipsalis; Alluaudia, Aloe e Kalanchoe dal Sud Africa e Madagascar; ed esemplari notevoli di Welwitschia mirabilis dal deserto del Sud Africa. Il giardino comprende anche palme, felci, conifere, piante carnivore e piante commestibili e medicinali, così come una serra riscaldata per le piante grasse (1000 m²).

Orto Botanico


Reggia Di Portici
Reggia Di Portici

La Reggia fu edificata nel 1738 per volere del re di Napoli, Carlo di Borbone, e della moglie, Amalia di Sassonia, compiaciuta dai paesaggi del Sud. Lavorarono alla sua costruzione ingegneri, architetti e decoratori, da Giovanni Antonio Medrano ad Antonio Canevari, da Luigi Vanvitelli a Ferdinando Fuga; per la decorazione degli interni lavorarono, Giuseppe Canart, Giuseppe Bonito e Vincenzo Re, per il parco e i giardini Francesco Geri. Il sito di Portici, prescelto da re Carlo per motivi paesistici e per le risorse adatte alla caccia, si rivelò profondamente intriso di memorie sepolte: ad ogni scavo della terra, necessario per la realizzazione delle nuove costruzioni, qualche meraviglia del passato riemergeva alla luce. I reperti, provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei, si rivelarono ricchi e numerosi e furono sistemati nelle stanze della Reggia. Ben presto i reperti formarono una delle raccolte più famose al mondo e diedero vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e meta privilegiata del Grand Tour. Per accedere alla Reggia dal mare, nel 1773 fu costruito il porto del Granatello. Il Parco, a monte e a valle della Reggia, ha tuttora un’estensione cospicua, e conserva spazi di flora mediterranea, coltivi, vivai di specie pregiate di grande interesse per gli studiosi. Con i suoi squarci paesaggistici, rappresenta per il visitatore un’affascinante immersione nella natura.

Giardino Storico


Archivio Storico Enel
Archivio Storico Enel

Nell’Archivio Storico Enel sono conservati fascicoli e dossier che, messi insieme di fila, raggiungerebbero uno sviluppo di oltre tredici chilometri. A questa ingente quantità di documenti cartacei vanno aggiunti altri fondi di varia natura che comprendono disegni, mappe, lastre fotografiche, materiale filmico e pubblicitario, opuscoli, riviste e cimeli di ogni genere. Di notevole consistenza, l’Archivio custodisce infatti oltre 13.000 metri lineari di documenti, 100.000 fotografie, migliaia di disegni tecnici, centinaia di reperti e filmati, libri e riviste specializzate. Qualche esempio tra i fondi delle società più rilevanti: in Lombardia la Edison, in Piemonte la SIP (Società Idroelettrica Piemonte), in Veneto la SADE (Società Adriatica di Elettricità), in Toscana ed Emilia Romagna, la Selt Valdarno (Società Elettrica Toscana) e il fondo De Larderel (prima centrale geotermica al mondo), nel Lazio la SER (Società Elettrica Romana), in Campania, Puglia e Calabria la SME (Società Meridionale di Elettricità), in Sardegna la SES (Società Elettrica Sarda). Le serie documentali risultano costituite da carte amministrative, corrispondenza e manoscritti. Particolare attenzione merita il materiale fotografico. Il patrimonio documentale e librario si presta a studi e ricerche polivalenti aventi finalità tecniche ma anche storico-economiche e sociali.

Archivio Aziendale


Villa Delle Ginestre
Villa Delle Ginestre

L’elemento di nota di villa delle ginestre è la "Stanza del poeta Leopardi" dove ad oggi è possibile vedere il mobilio originario, restaurato e disposto così come si presentava agli occhi del Poeta. La conservazione quasi impeccabile di tale stanza la dobbiamo ad Antonio Carafa che, ricevuta la villa in eredità nel 1907, intraprese dei lavori di rifacimento della villa stessa, lasciando però la stanza intatta. A lui si deve anche la realizzazione del porticato che circonda la villa su tre lati, le cui colonne sorreggono la terrazza centrale. Ulteriori elementi di rilievo all’interno della villa sono, un sismografo di proprietà di Giuseppe basato su un sistema meccanico molto semplice per rilevare i movimenti sismici generata dal vicino Vesuvio, ed una meridiana solare sormontata dal motto che recita: "Sine sole sileo", ovvero "Senza sole sto in silenzio, taccio".

Monumento Nazionale

Monumento Intitolato Ai Caduti Della Prima E Seconda Guerra Mondiale
Monumento Intitolato Ai Caduti Della Prima E Seconda Guerra Mondiale

Inaugurato il 12 ottobre 1924 Trovò la sua prima collocazione nell?odierna piazza Garibaldi, in ricordo dell?olocausto di tanti combattenti. Nel 1942 venne spogliato delle tre statue di bronzo per farne cannoni per la guerra, nel dopoguerra fu collocato nella attuale sede di piazza Risorgimento. Solo nel 1978 il monumento fu nuovamente arricchito con una statua, quella attuale, realizzata dallo scultore Plinio Virgili. Il monumento reca le lapidi ove sono incisi i nominativi dei soldati nocetani caduti durante i due conflitti mondiali. In occasione delle ricorrenze nazionali del XXV Aprile e IV Novembre l?Amministrazione Comunale, le autorità civili, militari e religiose, le rappresentanze delle associazioni combattentistiche e di volontariato locale ed i ragazzi dell?Istituto Comprensivo si riuniscono per una cerimonia commemorativa ufficiale presso il monumento .

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