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BERTINORO

 Forlì-Cesena, Emilia - Romagna
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Stemma di Bertinoro
Alla scoperta di Bertinoro

Nel cuore della Romagna, Bertinoro domina il paesaggio con una vista che si estende sino al mare. Una località medievale, Bertinoro, che tra torri e antichi edifici custodisce uno dei suoi saperi più preziosi, quello legato alla produzione del vino, in particolare Albana e Sangiovese. A questa antica tradizione, si deve anche il nome del comune: secondo la leggenda, infatti, la figlia dell’imperatore Teodosio, Galla Placida, bevendo in un’umile coppa esclamò: "Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro". L’abitato è sovrastato dalla rocca millenaria, con l’aspetto conservato di struttura difensiva medievale, che nel 1177 ospitò Federico Barbarossa. A partire dal 1584 la fortezza divenne sede vescovile: all’interno si trovano ancora gli uffici e gli appartamenti, con una secentesca sala affrescata secondo il gusto barocco. Oggi la roccaforte è sede, oltre al centro residenziale universitario dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, del Museo interreligioso, che offre un excursus sugli aspetti comuni tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Di origini medievali è anche la torre dell’orologio - con il balcone in ferro battuto di fine Settecento - che ospita la statua in terracotta della Madonna del Lago, protettrice di Bertinoro. Simbolo della storia di Bertinoro è la “Colonna dell’ospitalità”, nominata nel commento al XIV canto del Purgatorio della Divina Commedia, dove il sommo poeta incontra Guido del Duca: giudice a Bertinoro dal 1202 al 1218, è stato colui che fece costruire la colonna per porre fine alle dispute tra i nobili dell’epoca. Ancora oggi il monumento conta i dodici anelli, uno per ogni casata, a cui i forestieri potevano legare il proprio cavallo diventando così ospiti della famiglia corrispondente. A memoria di questo antico costume di accoglienza bertinorese, ogni settembre si celebra la “Festa dell’ospitalità”, un evento di più giorni tra storia, gastronomia e intrattenimento. Dedicata alla patrona Santa Caterina d'Alessandria è la cattedrale in stile bramantesco, edificata alla fine del XVI secolo, mentre palazzo Ordelaffi - costruito da Pino I Ordelaffi quando si impadronì di Bertinoro nel 1306 dopo la cacciata dei guelfi -, è l’attuale sede comunale. Una passeggiata per il centro porta anche all’antico quartiere ebraico La Giudecca, così come sulla “Strada della vendemmia”, con sette tele di altrettanti pittori locali esposte in maniera permanente dal 2001 e che raccontano la vita della vigna e del vino.

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Stemma di Bertinoro
Alla scoperta di
Bertinoro

Nel cuore della Romagna, Bertinoro domina il paesaggio con una vista che si estende sino al mare. Una località medievale, Bertinoro, che tra torri e antichi edifici custodisce uno dei suoi saperi più preziosi, quello legato alla produzione del vino, in particolare Albana e Sangiovese. A questa antica tradizione, si deve anche il nome del comune: secondo la leggenda, infatti, la figlia dell’imperatore Teodosio, Galla Placida, bevendo in un’umile coppa esclamò: "Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro". L’abitato è sovrastato dalla rocca millenaria, con l’aspetto conservato di struttura difensiva medievale, che nel 1177 ospitò Federico Barbarossa. A partire dal 1584 la fortezza divenne sede vescovile: all’interno si trovano ancora gli uffici e gli appartamenti, con una secentesca sala affrescata secondo il gusto barocco. Oggi la roccaforte è sede, oltre al centro residenziale universitario dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, del Museo interreligioso, che offre un excursus sugli aspetti comuni tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Di origini medievali è anche la torre dell’orologio - con il balcone in ferro battuto di fine Settecento - che ospita la statua in terracotta della Madonna del Lago, protettrice di Bertinoro. Simbolo della storia di Bertinoro è la “Colonna dell’ospitalità”, nominata nel commento al XIV canto del Purgatorio della Divina Commedia, dove il sommo poeta incontra Guido del Duca: giudice a Bertinoro dal 1202 al 1218, è stato colui che fece costruire la colonna per porre fine alle dispute tra i nobili dell’epoca. Ancora oggi il monumento conta i dodici anelli, uno per ogni casata, a cui i forestieri potevano legare il proprio cavallo diventando così ospiti della famiglia corrispondente. A memoria di questo antico costume di accoglienza bertinorese, ogni settembre si celebra la “Festa dell’ospitalità”, un evento di più giorni tra storia, gastronomia e intrattenimento. Dedicata alla patrona Santa Caterina d'Alessandria è la cattedrale in stile bramantesco, edificata alla fine del XVI secolo, mentre palazzo Ordelaffi - costruito da Pino I Ordelaffi quando si impadronì di Bertinoro nel 1306 dopo la cacciata dei guelfi -, è l’attuale sede comunale. Una passeggiata per il centro porta anche all’antico quartiere ebraico La Giudecca, così come sulla “Strada della vendemmia”, con sette tele di altrettanti pittori locali esposte in maniera permanente dal 2001 e che raccontano la vita della vigna e del vino.

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Informazioni su Bertinoro

Regione

Emilia - Romagna

Provincia

Forlì-Cesena (FC)

Abitanti

10993

Altitudine

m. 254 s.l.m.

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Punti di interesse

Fontana Masini
Fontana Masini

Già Malatesta Novello aveva l'idea di addobbare Piazza Maggiore con una fontana, ma si dovette attendere più di un secolo perchè il suo sogno si realizzasse. Il progetto della fontana fu dato nel 1588 dal pittore e architetto cesenate Francesco Masini, mentre i lavori idraulici erano già stati progettati a avviati da Tommaso Laureti tra il 1581 e il 1583; tra il 1586 e il 1590, poi, lo scalpellino Domenico da Montevecchio e i suoi aiutanti realizzarono la fontana e nel 1591, finalmente, iniziò a sgorgare acqua dalla fontana. La leggenda racconta che la fontana piacque tanto ai cesenati e procurò tanta invidia nelle città limitrofe, che a Masini furono amputate entrambe le mani. Per quanto non ci siano effettivi riscontri storici, il racconto sottolinea l'amore dei cesenati per la fontana che, infatti, è stata conservata magnificamente nel corso dei secoli.

Fontana


Museo Archeologico Di Cesena
Museo Archeologico Di Cesena

Il museo archeologico di Cesena è situato al piano terreno dell'edificio su cui è collocata la Biblioteca Malatestiana, detiene una raccolta di reliquie provenienti dall'area cesenate, dalla preistoria fino all'umanesimo. La collezione è particolarmente ricca di reperti di epoca romana, tra i quali si denotano frammenti di armature (tardo impero); una placca bronzea con decorazioni a sbalzo; una cintura di bronzo; un mattone dei "Figulus Bonus" (II-I secolo a.C.); la targa di C. Dedenus Secondus (I secolo); Decretum Rubiconis (II secolo), la stele che avrebbe segnato il confine attraversato da Giulio Cesare nel 44 a.C.; sarcofago e coperchio di Necropoli (IV-V secolo); frammenti di architrave; il "Tesoretto di Case Missiroli" (II-I secolo a.C.); la stele dei Cesii (I secolo); la stele di Truppico; i celebri due piatti argentei del IV secolo (Missori) rinvenuti nel 1948 sul Colle Garampo.

Musei


Teatro Alessandro Bonci
Teatro Alessandro Bonci

Il Teatro Alessandro Bonci fu aperto il 15 agosto del 1846, tre anni dopo l'inizio dei lavori ideati dall'architetto Vincenzo Ghinelli. Subito si notò per la rappresentazione delle migliori esibizioni drammatiche e liriche, testimoniate dalla presenza di prestigiosi interpreti italiani del tempo. Il teatro fu dedicato al grande tenore cesenate Alessandro Bonci dopo le sue esibizioni nel 1904 e 1927. La struttura interna del teatro è a ferro di cavallo, all'interno si trova una platea, quattro ordini di palchi e un loggione; il totale è di circa 800 posti a sedere. Il sipario e il bellissimo lampadario sono copie degli originali. Le decorazione all'interno sono opera del ferrarese Francesco Migliari. Sul soffitto si possono ammirare quattro riquadri con scene della Divina Commedia (L'incontro di Dante e Virgilio con le Furie, Il Conte Ugolino che vede morire i figli, Dante e Virgilio al Purgatorio e L'apparizione del Padre Eterno) intervallate da quattro medaglioni che rappresentano la musa del melodramma, della tragedia, della musica e della poesia; gli stucchi si devono a Mirotti e gli intagli a Giuseppe Casalini. All'interno il Museo del Teatro conserva la documentazione della storia secolare del teatro e della musica a Cesena.

Teatro Storico


Armeria Albicini
Armeria Albicini

L'Armeria Albicini, ospitato nel Palazzo del Merenda, è formata dalle armi raccolte dal marchese Raffaello Albicini ed elargite all'inizio del secolo ai musei civici dal figlio Livio. A queste si è poi aggiunto un centinaio di articoli, omogenei ai 410 originari. Interessante la varietà dei cimeli, che comprendono un arco temporale dal secolo XV al secolo XIX. Sono conservate armi in asta e parti di armatura di varia foggia, fra cui elementi dell'armatura da torneo di Brunoro Zampeschi, signore di Forlimpopoli. Ampio anche il repertorio di spade e spadini. Diciassette archibugi ed un corposo gruppo di armi da fuoco corte completano la raccolta. Nell'armeria è stata collocata, nel 1958, una raccolta di armi ed altri oggetti, provenienti dal Congo, dono di Virginia Pedriali.

Musei

Palazzo Dragonetti De Torres
Palazzo Dragonetti De Torres

Si tratta di uno splendido palazzo in stile barocco che si trova a metà del Corso superiore di Cittaducale, poco distante. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la marchesa Dragonetti donò il Palazzo alla Parrocchia e ora, dopo i lavori di restauro e di adattamento, è diventato un centro di azione pastorale.

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La Sicilia è la più grande isola italiana e del mediterraneo, nonché la regione più estesa dell'Italia, la sua superficie ha una caratteristica forma triangolare. L'isola a Nord-Est è divisa dal continente dallo Stretto di Messina – un lembo di mare di circa 3km – è bagnata a Nord dal Mar Tirreno, a Ovest dal canale di Sicilia, a Sud-Ovest dal Mar di Sicilia, a Sud-Est dal canale di Malta, e a Est dal Mar Ionio.

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