Il Duomo di Milano, Cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria, è la chiesa più nota del capoluogo lombardo e la più grande d'Italia (terza al mondo per superficie).
Sorta sul sito di un'antica e preesistente cattedrale, la costruzione del Duomo prende avvio sul finire del Trecento, su spinta iniziale dell'allora arcivescovo, Antonio de' Saluzzi. Ma se il progetto iniziale prevedeva una costruzione tradizionale, in mattoni, il duca Gian Galeazzo Visconti impostò successivamente un progetto ancora più ambizioso, che prevedesse l'utilizzo prevalente di marmo di Candoglia e che conservasse nei suoi tratti esteriori un'ispirazione più vasta, continentale, legata alle forme dello stile gotico. Suggestioni che di per sé testimoniavano le velleità espansionistiche del ducato milanese sull'intero territorio italiano, ad imitazione dei regni di Francia e Inghilterra, che si erano affermati nella porzione settentrionale del continente.
Ne derivò un edificio maestoso, quasi una creatura vivente che, con il tempo, è mutata in maniera estremamente significativa, sino ad assumere l'aspetto attuale.
Simbolo per eccellenza del Duomo e della stessa città è la Madonnina, posta nel punto più alto della basilica, statua di rame dorato di oltre quattro metri di altezza.
Piccola curiosità: l'alabarda che giace a protezione della Vergine è in realtà un parafulmine.
Il Duomo è dotato di una pianta a croce latina, con il corpo centrale a cinque navate e il transetto di tre. La facciata, realizzata in marmo bianco di Candoglia, subì numerosi interventi nel corso dei secoli. Tra gli ultimi, quelli ottocenteschi, cominciati all'inizio del XIX secolo, in vista dell'incoronazione di Napoleone Bonaparte a re d'Italia, avvenimento che ebbe luogo il 6 maggio 1806. Interventi di sistemazione si susseguirono poi per tutto il secolo, con l'aggiunta di statue e, fatto importante, la realizzazione delle caratteristiche guglie che oggi rappresentano un vero e proprio segno distintivo del Duomo nel mondo.