Acerra

Acerra è un insediamento antichissimo - citato persino da Virgilio nelle "Georgiche" - e testimonia un passato secolare non solo attraverso i suoi numerosi pregevoli palazzi, ma anche con il tramandarsi delle tradizioni e dell'artigianato locale. E del folclore: basti pensare che la maschera di Pulcinella è stata inventata proprio ad Acerra nei primi decenni del Seicento dall'attore capuano Silvio Fiorillo, anche se il suo costume moderno è stato creato nell'Ottocento da Antonio Petito. Un itinerario ideale alla scoperta di Acerra parte dal cuore della località e più precisamente dalla cattedrale di Santa Maria Assunta, sorta intorno all'anno Mille, protagonista di numerosi interventi nel corso dei secoli fino a raggiungere, nella seconda metà dell'Ottocento, l'aspetto e la forma attuali. La facciata in stile neoclassico, con un ampio porticato delimitato da alte colonne ioniche, è l'armonioso preludio all'ambiente interno strutturato con una pianta a croce latina a tre navate. In posizione centrale, sopra l'altare maggiore, si trova uno splendido crocifisso ligneo, venerato con particolare devozione dagli acerrani. Ma sono molte le opere di pregio presenti anche nel presbiterio come, ad esempio, il coro ligneo, il trono in marmo di Sicilia, nonché le cappelle che si aprono al visitatore mostrando soffitti mirabilmente affrescati, tele e statue di indicibile valore storico e artistico.

Ai margini del centro storico della città si staglia il castello di Acerra, il cui nucleo sorge sui resti di un teatro romano, come testimoniano alcune strutture murarie dell’epoca e altri reperti rinvenuti nei lavori di ristrutturazione eseguiti negli anni Ottanta. Il maniero è celebre per diversi avvenimenti storici, fra i quali il passaggio di Manfredi, figlio diletto di Federico II - che lo cantò come inespugnabile - e per la strenua resistenza all'assedio posto dagli aragonesi nel 1421. La struttura del castello dei Conti resta imponente e ben conservata, con il profondo fossato ancora visibile, solcato da un ponte a tre archi che consente l'accesso alla struttura stessa. Al suo interno, un’icona italiana: il museo di Pulcinella, del folklore e della civiltà contadina. La sezione dedicata a Pulcinella custodisce documenti originali relativi alle tradizioni popolari, letterarie e teatrali con protagonista la maschera della tradizione campana. Nei locali attigui è allestita l'esposizione permanente legata al territorio acerrano e alla sua civiltà contadina.

A brevissima distanza dal centro di Acerra e nella frazione di Suessula sorge un'area archeologica di cui fa parte un elegante edificio, Casina Spinelli, che prende il nome dalla nobile famiglia che ne fu proprietaria. Qui, sino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, erano conservati i reperti rinvenuti nell'area circostante: tutti oggetti di incredibile pregio, oggi purtroppo in buona parte andati perduti. Alcuni accenni alla sua storia: sul finire dell'Ottocento, i conti Spinelli di Scalea fecero iniziare lavori di scavo intorno alla loro magione, scoprendo un remoto insediamento, un nucleo talmente ampio che pare potesse raggiungere per estensione quello di Pompei. Ad Acerra, dunque, sorse nel XIX secolo uno dei musei privati più celebri e frequentati d'Europa. La storia di quanto accadde successivamente risale alla Grande Guerra, quando Casina Spinelli venne occupata e i reperti saccheggiati, in particolare quelli di leghe preziose, testimonianza di un'arte orafa unica e perduta chiamata "oro Spinelli". Oggi resta comunque un museo, ancora molto ricco e del tutto meritevole di una visita, oltre alle ampie porzioni di scavi già compiute, che mostrano una città vera e propria con le sue strade, i resti dei palazzi, le abitazioni.

Per gli appassionati di calcio è interessante una visita allo stadio comunale di Acerra dove, nel gennaio 1985, si giocò la famosa amichevole organizzata da Diego Armando Maradona per permettere a un bimbo napoletano di essere operato per una grave malformazione alla bocca. Della partita, giocata in un lunedì pomeriggio d'inverno davanti a 10mila spettatori (le tribune ne potevano contenere la metà, ma moltissime persone erano affacciate ai balconi delle case o posizionate ai lati del campo) e in mezzo al fango dovuto al clima della stagione, restano testimonianze filmate che restituiscono la grandezza del calciatore, fatta di passione e solidarietà.

Arrivati a questo punto, l’itinerario alla scoperta di Acerra non può che concludersi con i sapori della tradizione locale da sperimentare nei numerosi locali tipici della località partendo, magari, dal “pane cafone”, l’emblema di Acerra: una vera bontà, con la croccante crosta molto spessa e l’interno morbido, riconosciuto come “Prodotto agroalimentare tradizionale Italiano”. Seguono i formaggi e una particolare menzione meritano i gustosi prodotti dei campi: dai pomodori ai” friarielli” sino agli agrumi profumatissimi di questa terra passando per l’albicocca vesuviana. Un frutto molto antico, che si distingue dalle altre albicocche perché la sua polpa è più dolce e meno amara.