Eremo di San Marco Monumenti
Fraz. Piagge 63100 Ascoli Piceno
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L'eremo di San Marco è un romitorio che situato nel comune di Ascoli Piceno, a sud della città. L'edificio religioso, intitolato a san Marco evangelista, di proprietà del comune, ereditato dalla famiglia Sgariglia, è radicato alla parete rocciosa del Colle San Marco, vicino alla frazione di Piagge.
La costruzione rappresenta un'importante memoria di arte e spiritualità per la città di Ascoli. Visibile da piazza del Popolo, vigila da molti secoli sulla Valle del Tronto, scorgendo l'ampio panorama che giunge fino al mare Adriatico.
L'eremo è stato costruito in blocchi di travertino, grossolanamente squadrati, legati tra loro da malta di calce, seguendo i canoni dello stile romanico. I monaci racchiusero la cavità della grotta con l'elevazione della cortina muraria, realizzandola direttamente sulla rupe e appoggiandola sulla sporgenza della parete rocciosa.
Il suo fronte è costituito dall'accostamento di due corpi di fabbrica quali: il campanile, sulla sinistra, e la facciata scandita orizzontalmente da un doppio ordine di bifore. Le finestre, divise verticalmente da una colonnina centrale con capitello, si aprono in numero di 2 al piano superiore e 3 a quello inferiore. La terza finestra, di destra, del piano inferiore manca della colonnina ed è chiusa da una grata di ferro.
L'interno è ripartito in due cavità sovrapposte: nell'ambiente sottostante, un tempo affrescato, si nota la copertura a botte del soffitto che si raccorda con il sovrastante piano di calpestio; nello spazio della grotta superiore, invece, trovano la loro collocazione 3 monumenti funebri della famiglia ascolana dei Tibaldeschi di cui rimane uno stemma. I sepolcri sono ad arcosolio e risalgono al XV secolo.
All'eremo si accede mediante una possente scalinata in pietra che, come un ponte, attraversa il profondo burrone. L'opera, progettata dall'ingegnere Enrico Cesari, fu realizzata dall'Amministrazione comunale di Ascoli con i fondi provenienti dalle consistenze dell'Opera Pia Sgariglia, di cui il comune divenne proprietario